Identità di un'esperienza religiosa e culturale

(testo scritto in occasione del X anniversario della nascita della Comunità di San Leolino)

 

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Il 31 ottobre 1997, primo Centenario della morte di santa Teresa di Lisieux, proclamata Dottore della Chiesa dal beato Giovanni Paolo II proprio in quell’anno, il Vescovo di Fiesole, Mons. Luciano Giovannetti, accoglieva nella Pieve di San Leolino a Panzano quel gruppo di giovani che a Firenze, circa vent’anni prima, aveva dato vita a una “comunità formativa” nel tentativo di tessere un possibile dialogo tra fede e cultura nel variegato e convulso mondo contemporaneo.

Nasceva così una Comunità di vita in comune, formata da sacerdoti e da laici, sotto la guida di una regola di vita e di un padre spirituale, chiamato superiore, che vivono la loro offerta a Dio a servizio di una nuova evangelizzazione della cultura e attraverso la cultura. Un solco nuovo aperto dalla spiritualità del Concilio Vaticano II che, circa cinquant'anni fa, volle avviare un sereno confronto tra il mondo moderno e il perenne Vangelo di Gesù Cristo. Essere, cioè, docilmente aperti all’azione dello Spirito di Cristo che guida la Chiesa nella lettura dei «segni dei tempi» (GS 4) per essere lievito e fermento in una realtà sociale e storica segnata più che mai dall’omologazione, dal consumismo, dal predominio della tecnologia. In una parola, dalla perdita di quella vera cultura umana e spirituale che non è in nessun modo “informazione” generalizzata e superficiale, bensì la ricerca di una “vita buona”.

Prendendo il nome dal luogo in cui si è costituita e in cui vive – ma il suo vero nome sarebbe “Comunità tra Esodo e Avvento”, la ricerca umana e la radicalità della sequela evangelica – la vita in comune della Comunità di San Leolino si articola nella preghiera, con al centro la Divina Liturgia, nel lavoro di studio e di insegnamento, nel promuovere iniziative in cui la ricerca della bellezza e della riflessione conducano, piano piano, a un vero e rispettoso incontro tra spiritualità e cultura. Quasi per ridare un’anima al mondo culturale contemporaneo che sembra, tra l’altro, non solo voler mettere in crisi permanente la novità della vita cristiana, ma anche cancellare il respiro “religioso” dell’autentica cultura e creatività umana.

E questo è possibile perché l’unico fine della “follia” del Dio di Gesù Cristo, come anche della ricerca della cultura, è l’uomo e la donna nella loro profondità, ricchezza di anima, ma anche della loro solitudine e smarrimento nella complessa situazione contemporanea. Dare, allora, a una cultura il senso di Cristo – che non è mai violenza e coercizione, ma solo invito ad amare il mondo di Dio e il mondo degli uomini – è l’unico modo per salvarla e valorizzarla.

In questo senso, la Comunità di San Leolino dilata, ben oltre i confini dello splendido complesso di S. Leolino, la sua azione di animazione spirituale-culturale non solo con l’insegnamento nella scuola, ma anche con la promozione di incontri e iniziative in altre altri parti d’Italia, nonché con la rivista semestrale «Feeria. Rivista di un dialogo tra esodo e avvento», l’attività di una piccola casa editrice, convegni e seminari su momenti e figure della spiritualità, della letteratura, dell’arte e della musica.

 

 

Una Regola di vita per un carisma tra fede e cultura

 

Dare forma e soprattutto continuità nel tempo a un progetto come questo non sarebbe possibile se, al cuore di tutto, non ci fosse una comunità stabile e permanente che si consacra a una missione nella Chiesa e nel mondo. È lo stile di Dio che, in ogni epoca e secondo le necessità delle culture o modi di vivere di un particolare momento storico-ecclesiale, suscita queste comunità per dare un aiuto concreto all’uomo e alla stessa fede cristiana, sempre minacciata dall’affievolirsi dello slancio iniziale o tentata dalle logiche del “mondo” che la circonda: il monachesimo dei primi secoli, l’esperienza di san Benedetto da Norcia, gli Ordini mendicanti di san Francesco e di san Domenico nel XIII secolo, i Gesuiti e le Società di vita apostolica nella lacerazione cristiana dell’Europa del XVI secolo, la ricchissima fioritura delle Congregazioni di vita attiva nel XIX e XX secolo. Fino alle fondazioni nuove del nostro tempo per lo più improntate al recupero del monachesimo e della grande esemplarità francescana, benedettina, carmelitana e così via.

In ogni tempo della storia cristiana, infatti, la vita in comune, genericamente chiamata vita religiosa, è stata lievito e fermento per vivificare la sequela di Cristo e per realizzare quella promozione dell’uomo nelle sue necessità e problematiche che è l’originalità della Buona Novella di Cristo.

 

 

Le attività – Il tempo per l'anima

 

Infine, riassumiamo qui di seguito le altre iniziative più significative che ogni anno la Comunità presenta all’interno di un programma unitario dal titolo Il tempo per l’anima:

 

* Mostre di pittura e di fotografia: organizzate periodicamente, le mostre vorrebbero essere mezzi di sensibilizzazione al valore della vita e della bellezza, in una prospettiva di pre-evangelizzazione. In particolare, in occasione della solennità della SS. Trinità, la Comunità promuove ogni anno una Giornata dedicata all’arte e agli artisti, “ai pellegrini della Bellezza”, sulla scorta della Lettera agli artisti di Giovanni Paolo II (1999).

* Laboratorio di ricerca sulla musica per la liturgia: un appuntamento annuale in cui si studiano possibili risposte all’aspetto musicale della celebrazione liturgica, mettendo insieme le competenze e sensibilità di liturgisti, musicisti e compositori.

* Seminari di studio su letteratura, teologia, musica e cinema, uniti a un’intensa offerta di concerti di musica classica: percorsi di studio su varie tematiche dell’orizzonte culturale contemporaneo, promossi nello stile del dialogo tipico della Comunità, anche in collaborazione con varie istituzioni culturali.

* Convegni di riflessione su turismo e spiritualità, in dialogo con la vocazione turistica del Chianti e, più in generale, di tutta l’Italia, nella prospettiva di valorizzare il turismo come esperienza dell’anima e dello spirito.

* Percorsi di spiritualità familiare: anche attraverso l’uso del cinema, la Comunità offre occasioni di riflessione per coppie e famiglie, alla ricerca di nuovi stili di vita cristiana di fronte alle contraddizioni del nostro tempo.

 

La Comunità, inoltre, svolge poi numerose attività presso varie istituzioni laiche e religiose tra cui cineforum, incontri culturali e di spiritualità. Cura infine una significativa attività editoriale, pubblicando il periodico semestrale di approfondimento «Feeria. Rivista per un dialogo tra esodo e avvento», che dibatte tematiche culturali, teologiche, letterarie, musicali. Ha anche dato vita alle Edizioni Feeria-Comunità di San Leolino, che pubblicano saggi di spiritualità, filosofia, musica e letteratura. Da notare, infine, che la Comunità di San Leolino si mantiene con il proprio lavoro e con le offerte di amici, benefattori e fedeli. Tra i lavori svolti dalla Comunità vi sono l’insegnamento nella scuola, le collaborazioni con case editrici e famiglie religiose per iniziative pubblicistiche ed editoriali, la collaborazione con la Congregazione delle Cause dei Santi per la redazione dei documenti preparatori nei processi di beatificazione.

 

 

Alle radici di una storia

 

All’origine della Comunità di San Leolino si trova il cammino umano e spirituale di un gruppo di giovani universitari che, nel 1985, guidati dal loro ex-professore di filosofia, Carmelo Mezzasalma, fondano a Firenze una rivista dal titolo «Feeria. Un foglio per una giovane letteratura»: “Feeria” è un termine originalissimo, coniato dallo scrittore cattolico inglese J.R.R. Tolkien, l’autore de Il Signore degli Anelli, con il quale egli voleva indicare il mondo della creatività e della fantasia a contatto con la spiritualità cristiana. A quel tempo, Tolkien non era molto conosciuto in Italia, ma la lettura dei suoi saggi dal titolo Albero e foglia (tr. it. Rusconi 1976) fu una scoperta illuminante perché lo scrittore inglese, profondamente cristiano, presentava la creatività umana come una soglia privilegiata per entrare nel messaggio evangelico.

Inoltre, la nascita della rivista dà origine anche a una serie di approfondimenti sul valore della fede cristiana e sulla sua capacità di dialogare con il mondo contemporaneo. Inizia così un vero e proprio cammino formativo, spirituale e intellettuale, che porta a riscoprire il senso profondo della fede e delle sue motivazioni in un mondo che sembrava allontanarsi sempre di più dalla fede cristiana.

Tuttavia, l’esperienza di quei giovani sembrava un fatto provvisorio e limitato nel tempo. Voleva essere soltanto una palestra, un modo per sperimentare la propria “autoformazione”, secondo alcune teorie pedagogiche, per cui, finita l’esperienza, ognuno avrebbe potuto prendere la sua strada.

Accadde, invece, qualcosa di singolare che mutò in senso radicale l’esperienza di quei giovani e del loro professore. Ed è ciò che, nella fede cristiana, viene chiamata intuizione, ispirazione della voce di Dio, che chiama a un compito e a una missione: costituire una comunità stabile e permanente, dedita interamente all’animazione, al contempo, della fede e della cultura. Cristo, infatti, è la legge del mondo e Cristo è la via, la verità e la vita. Tutto ciò che partecipa a Lui è vivificato, anche la cultura.

La “chiamata di Dio” fu una scoperta sconvolgente, ma anche dolorosa, come sempre accade nell’esperienza della fede cristiana. E poi come essere sicuri di quella chiamata di Dio? Il dubbio fu sciolto quando il gruppo scoprì che la Chiesa si era data quel compito di fede e cultura già negli anni, alquanto lontani, del Concilio Vaticano II. Dio parla per primo alla Chiesa e poi ai suoi figli. Così, la conferma venne dalla visita del papa Giovanni Paolo II a Firenze, il 18-19 ottobre 1986: il suo nobile discorso, tenuto agli uomini di cultura in Palazzo Vecchio, e poi ai giovani in piazza S. Croce – dove il gruppo era presente – fu un vigoroso appello a riscoprire questo mandato dello Spirito, attraverso il Concilio Vaticano II, alla Chiesa del XXI secolo e, per conseguenza, anche all’eredità dell’umanesimo fiorentino che, già nel XV e XVI secolo, aveva dato un senso “cristologico” alla cultura.

La chiamata di Dio, in un certo senso, era molto chiara poiché il gruppo dei giovani di Feeria, proprio a quel tempo, iniziava a interrogarsi se sciogliere o meno quella particolare esperienza. Si poteva dire soltanto sì o no a Dio. Il gruppo disse di sì, attraverso un consistente periodo di discernimento e di approfondimento spirituale, vissuto a Firenze all’ombra del Santuario della SS. Annunziata e in mezzo a una vivace attività di promozione culturale a livello cittadino e non solo. Cominciò allora la ricerca di un luogo dove gettare il seme di una nuova comunità tra fede e cultura.

Il 31 ottobre 1997, il Vescovo di Fiesole, Mons. Luciano Giovannetti, conosciuto il proposito di dare inizio a quest’esperienza di vita fraterna, accoglieva la Comunità nella sua Diocesi presso la Pieve di S. Leolino a Panzano. Negli anni, di permanenza presso la Pieve di S. Leolino, la vita della Comunità è stata segnata da varie tappe significative: l’ordinazione presbiterale di due dei suoi membri, e in seguito anche del superiore, Carmelo Mezzasalma, il cui ministero è oggi a servizio della Chiesa e della missione della Comunità di San Leolino; l’inserimento nella vita e nelle attività pastorali della diocesi di Fiesole e, più ampiamente, della Chiesa italiana, collaborando anche con il Servizio Nazionale per il Progetto culturale; il progressivo restauro degli ambienti della Pieve dove la Comunità abita e svolge il suo ministero di animazione tra vangelo e cultura; la direzione didattica e l’insegnamento nel Liceo Ginnasio «Marsilio Ficino» di Figline Valdarno (Firenze), prestigiosa istituzione fondata dai Frati Minori di Toscana nel 1925, e attualmente passata alla Diocesi di Fiesole.

 

Da alcuni anni si è poi delineata la presenza di un certo numero di Amici di San Leolino, il cui legame con la vita della Comunità è molto forte anche al di là della Toscana. Inseriti nel loro contesto familiare e professionale, essi condividono il cammino spirituale e le finalità della Comunità, collaborando alle sue attività di missione.

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